Da Trebula Suffenàs a Ciciliano Durante la preistoria il territorio fu requentato da cacciatori paleolitici, i quali risalivano sui monti per catturare soprattutto cervi, di cui si hanno ampie testimonianze fino all’epoca romana, e che portarono alla creazione di leggende sacre nel Medioevo, come quella di S. Eustachio (a cui sarebbe apparso Cristo sotto l’aspetto di cervo ” Christus sub specie cervi ”), ma anche alla nascita di gentilizi romani (i Cervii della Tribù Aniense). Durante il neolitico si ha testimonianza della vita sulla zona dal rinvenimento di una piccola ascia levigata. Nella successiva età Eneolitica ed del Bronzo si infittiscono le presenze sul territorio a causa del territorio lungo le valli Empolitana e Tiburtina e data la presenza dell’acqua necessaria alla vita dell’uomo e degli animali. Iniziano le transumanze delle genti “Appenniniche” che, tra i luoghi di sosta, scelgono l’area, sulla quale sorgerà Trebula. Nell’età del Ferro, di cui si hanno molte testimonianze, il piccolo centro di Trebula, diventa crocevia per le rotte delle transumanze e per i collegamenti con i centri vicini (Tibur e Praineste in primo luogo) acquistando notevole importanza come punto strategico. Lo occupano i Suffenates, una popolazione degli Equi, che controllano tutto il territorio ad est di Tivoli. Da loro dipenderà la definizione di Plinio il Vecchio degli abitanti come Trebulani Suffenates (distinti dai Trebulani Mutusci o Mutuesci di Monteleone Sabino).
I Trebulani, durante l’età repubblicana avevano come sommi magistrati due “meddiss” che successivamente, nella lingua latina presero il nome di “duoviri”. Nel IV-III sec. a.C. i Romani, durante le loro lotte contro gli Equi, furono costretti ad occupare Trebula, per farne un caposaldo contro questi ribelli popolazioni italiche. La cittadina, una volta romanizzata, fu eletta a “municipio” all’inizio del I sec. a.C., avendo sotto di se un territorio (ager Trebulanus) che si estendeva dagli “Arci” di Tivoli fino a Pisoniano e dal Monte Spina Santa alla riva sinistra dell’Aniene, Marano Equo compreso. È probabile che si stata sede di una “praefectura” con importanti funzioni amministrative su tutto il territorio. Trebula si arricchì notevolmente di monumenti grazie anche alla presenza ed all’appoggio dei Plautii Silvani, la più potente famiglia oriunda di Trebula, i cui membri ricoprirono vari magistrature a Roma e nel I sec.a.C. e nel I sec. d.C. Si dotò anche (nel II sec. d.C.) di terme, dal cui frigidarium absidato proviene il mosaico di Elle e Frisso. Nel suo foro furono erette statue per magistrati benemeriti, imperatori, patroni e personaggi importanti, come Lucio Cornelio Balbo. Quando nel V sec. iniziarono le invasioni barbariche, i Trebulani furono costretti a fortificarsi e salirono sul vicino colle detto Caecilianum perché possesso dei Caecilii. Nell’Alto Medioevo sul territorio troviamo varie comunità tra cui un Civitas Noe sopra i ruderi della stessa Trebula ed il Vicus Sancti Valerii (Villaggio di S.Valerio) che faceva parte della Massa Jubenzana.i contarasti tra Tivoli e Subiaco portarono alla nascita di rocche sui monti, tra cui Bubarano, Rocca d’Elci, il Castrum Morellae, che sopravvissero al massimo fino al sec. XV. Dopo il predominio dell’Abbazia di Subiaco, il feudo di Ciciliano passò, assieme a Pisoniano e S.Vito, alla potente famiglia dei Colonna, che lo governarono per 190 anni, dal 1373 al 1563, quando i Massimo lo acquistarono. Purtroppo, nel 1541, Paolo III fece abbattere le mura, che gli abitanti di Ciciliano avevano costruito a loro difesa, perché non avevano pagato la gabella su sale e focatico. Nel 1572 i Massimo vendettero il feudo a mons. Girolamo Theodoli per 30000 scudi romani. La famiglia Theodoli, che ancora abita il castello (nel centro del paese) mantenne i diritti feudali fino al 1816. Il 23 dicembre 1579 proprio da questa famiglia fu concesso il primo statuto di Ciciliano. Ai Theodoli si deve la trasformazione del fortilizio originario nel castello che oggi vediamo.
Negli anni 1600-1700, con il graduale aumento della popolazione si completò l’espansione del borgo di sotto, fu eretta in questo periodo la Porta di Sotto ,detta poi Porta Sant’Anna. L’ultima espansione ebbe luogo tra il 1750 e il 1900 e comprese tutte le abitazioni poste all’interno dell’attuale Via Roma, è in questo periodo che nasce l’ultima porta detta di Corte e successivamente Romana. E’ necessario tener conto che all’interno di ogni agglomerato edificato, erano presenti delle aree libere, delle costruzioni fatiscenti poi demolite, oppure recuperate in qualche modo. Tale situazione è riscontrabile ancora oggi nelle mappe del catasto Gregoriano del 1820
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